Numero monografico della «Rivista Sperimentale di Freniatria» sui Musei della psichiatria

12 settembre 2013

La Rivista Sperimentale di Freniatria ha promosso, come secondo fascicolo del 2013, un numero monografico dedicato al fenomeno relativamente recente della nascita e proliferazione dei musei della psichiatria nei paesi occidentali. Nella prima parte alcuni autori hanno sviluppato la questione delle differenti modalità di scrittura della storia e di organizzazione della memoria, allo scopo di interrogare quella che è stata chiamata la “ossessione memorialistica”, che passa anche attraverso il modo di rappresentare, conservare, trasmettere la memoria, fatto di selezioni e di occultamenti della storia, di volta in volta allo scopo di rassicurare o di rispondere, più o meno illusoriamente, alle angosce collettive, piuttosto che di cercare le ragioni dei fatti, del loro verificarsi, dei loro sviluppi, delle loro ricadute sui singoli e sulle società, e le cui finalità politiche ci paiono fin troppo evidenti. Per rimanere alla vicenda della psichiatria, il rischio è infatti che la riflessione sul proprio passato e sulle ragioni di una storia complessa e controversa venga rimpiazzata dalla facile soluzione della semplice fruizione museale, soprattutto allorché questa viene ridotta ad una prevalente dimensione visiva. È infatti sempre possibile che attraverso il museo ne venga ricostruita una fisionomia umanizzata e positiva, o che venga messa in atto, magari con le migliori intenzioni, una legittimazione che la iscrive fra le realtà costitutive della società.

La seconda parte del numero è stata dedicata al resoconto di alcune delle esperienze più significative realizzate in Italia (Roma, Venezia, Reggio Emilia) nel campo della museografia psichiatrica.

Agli autori è stato chiesto di: a) raccontare la genesi e la realizzazione del progetto museale (quando, in che contesto, da parte di quali attori e con quali intenzionalità è iniziata la gestazione e la discussione su un progetto simile); b) illustrare le linee teoriche e i principi metodologici che hanno orientato poi le scelte effettive, l’organizzazione degli spazi così come la selezione dei materiali, la decisione di privilegiare determinate tecnologie espositive piuttosto che certe modalità di costruzione del plot narrativo, la scelta di privilegiare testi (e se sì quali e perché) o invece immagini; c) gli esiti ed il funzionamento effettivo delle varie esperienze individuate, con la sottolineatura delle eventuali ambiguità, contraddizioni od equivocazioni sorte a ridosso delle soluzioni adottate, con il resoconto eventuale dei dibattiti e delle discussioni che potrebbero essere sorte al riguardo; d) infine un rapido bilancio consuntivo intorno alle realizzazioni effettuate, con la sottolineatura, in particolare, delle eventuali ricadute che la presenza di un museo della psichiatria ha avuto sulla discussione pubblica – locale, ma non solo – intorno alla questione del disagio, della sofferenza mentale, delle strutture storicamente allestite da parte delle società per farsene carico.

Rivista Sperimentale di Freniatria. La rivista della salute mentale, n. 2/2013, Musei della psichiatria, Franco Angeli.

Nel fascicolo:
Barnaba Maj
, Museen der Seele. Prospettive della Storiografia
Krzysztof Pomian
, I nodi cruciali su cui un museo oggi ha da misurarsi
Hervè Guillemain,
I luoghi della memoria della psichiatria francese
Pompeo Martelli, Claudia Demichelis, Marco Salustri, Gianna Capannolo, Vera Fusco
, Contro l’invisibilità un museo di narrazione. Il Museo Laboratorio della Mente
Domenico Casagrande
, La Follia Reclusa. Alcune note critiche sul Museo del Manicomio di San Servolo
Gaddomaria Grassi, Elisabetta Farioli, Chiara Bombardieri, Perché parlare oggi di psichiatria e della sua storia. Verso il Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia
Luigi Tagliabue
, Il valore di un Museo della Psichiatria a Reggio Emilia