Può resistere il desiderio di vita in un manicomio? Entrare nell’istituzione manicomiale significava attraversare un confine netto, un muro che divideva chi era diverso, non conforme da ciò che veniva considerato normale dalla società. Varcando la soglia del manicomio alle persone veniva requisita ogni cosa, dagli oggetti quotidiani e necessari a quelli con un valore affettivo: un rituale di spoliazione che silenziava voci e cancellava storie, negandone l’identità. La vita degli individui, dunque, veniva uniformata da divise tutte uguali, regolata in ogni suo gesto e costantemente sorvegliata, eppure quel bisogno naturale di vivere, a volte, resisteva.
La mostra Segni di carta Dare forma al dolore per non scomparire nasce dall’idea di voler restituire alcune storie di persone che, attraverso un insieme di pratiche sottili e personali, hanno tentato, spesso inconsapevolmente, di sfiorare la dura superficie della vita manicomiale. Disegni, poesie, lettere scritte con la speranza che sarebbero arrivate a destinazione costituiscono l’oggetto principale di questa esposizione. Ciò non significa mostrare solo cosa hanno fatto queste persone, ma fare emergere voci che hanno tentato di dare forma al dolore per non scomparire, piccoli atti di sopravvivenza.
Quello che si vuole è restituire visibilità a chi è stato condannato all’invisibilità, per ricordare che, anche nei contesti più alienanti, la forza di essere sé stessi trova sempre un varco, una forma, un linguaggio per non svanire.
Ingresso libero
Orario di visita da Lunedì a Sabato h 9:00-13:00
Biblioteca Cencelli 1p Padiglione 26
Piazza S. Maria della Pietà, 5 Roma
ASL Roma 1
